intercultural routes
and itineraries in Europe

en it fr es cz

Laboratori didattici del Centro Interculturale

Silvio Remotti

Abstract (English)

Since 1998 "Interculture Centre" of Turin proposes to city’s schools seven interculture workshops about interreligious dialogue, historic minority in Turin, maghrebian cultures and societies, human rights, globalization economy, international migrations. The methodology adopted is interactive: role play, simulations, brainstorming are the didactic activities most utilized. The workshop’s objectives are: oppose stereotype, prejudice against multiculture society and provide information and knowledge about global situation.

 

Abstract (italiano)

Dal 1998 il "Centro Interculturale" di Torino propone alle scuola della città sette laboratori interculturali. Gli argomenti trattati riguardano il dialogo interreligioso; le minoranze storiche a Torino; le culture e le società del Maghreb; i diritti umani; la globalizzazione; le migrazioni internazionali. La metodologia adottata è di tipo interattivo: role play, simulazioni, brainstorming sono le attività didattiche più utilizzate. Gli obiettivi dei laboratori: contrastare gli stereotipi e i pregiudizi riguardo le società multiculturali; fornire informazioni e conoscenza sulla situazione globale.

1 In pratica

Il "Centro Interculturale" del Comune di Torino – servizio attivo dal 1996 – propone, da un lato, l’organizzazione di manifestazioni ed eventi interculturali, dall’altro, percorsi di formazione nell’ottica di favorire relazioni interculturali tra cittadini nativi e migranti.
La formazione si differenzia in corsi rivolti a operatori dei servizi (insegnanti, operatori sociali, sanitari, culturali, educativi) che per ragioni professionali devono essere attenti alle relazioni interculturali e laboratori didattici rivolte a docenti e classi di scuola superiore sui temi più attuali dell’educazione interculturale (l’emigrazione e l’immigrazione, l’economia e la globalizzazione, i diritti umani, le religioni, etc.)
I laboratori – oggetto del presente caso studio – sono percorsi didattici condotti su uno o due incontri di tre ore ciascuno, rivolti alle classi di scuole media superiore. Sono realizzati in spazi appositamente strutturati (le aule del "Centro Interculturale") e allestiti con documentazione, arredamento e immagini relative ai diversi temi. Ogni laboratorio può prevedere, su richiesta, la possibilità di ulteriori appuntamenti per approfondire alcuni aspetti di particolare interesse.


La finalità generale dei laboratori è quella di offrire momenti – oltre che di conoscenza – anche di indagine su quegli stereotipi e pregiudizi maggiormente diffusi tra i giovani. Gli obiettivi specifici dell’iniziativa riguardano l’approfondimento di alcune tematiche di evidente attualità. Tra queste: i diritti umani, le migrazioni internazionali, le relazioni tra minoranze e maggioranza, il rapporto con le alterità (culturali, di genere, di età, di ruolo, etc.), il ripensamento del tema della cittadinanza.

Tutti i laboratori – ad oggi sono sette – presentano alcuni temi trasversali che sono stati individuati dal comitato scientifico del "Centro Interculturale". I temi – aggiornati e rivisitati dai vari esperti tematici – sono tutti interconessi gli uni con gli altri. Essi riguardano i pregiudizi e gli stereotipi, la tutela dei diritti umani, il tema generale della differenza, la relativizzazione e il decentramento del punto di vista, l’approfondimento di alcuni concetti chiave: cultura, identità, conflitto culturale, globalizzazione, multicultura, intercultura.
Durante l’anno scolastico 2006/07, il Centro Interculturale offrirà i seguenti laboratori:


  • A Torino io abito il mondo.
  • Religioni e culture: un dialogo possibile?
  • Le minoranze storiche a Torino: Ebrei, Rom, Valdesi.
  • Porte aperte sul Maghreb: cultura, religione, società.
  •  I diritti umani.
  • Economia e globalizzazione.
  • Emigrare e immigrare.


La metodologia utilizzata – come avremo modo di approfondire in una sezione specifica del caso studio – è di tipo interattivo e si basa su attività di role play, brainstorming, simulazioni. Le scuole possono prenotare i laboratori presso la segreteria didattica del "Centro Interculturale", nel periodo compreso tra settembre e giugno.


1.2 La storia: come nasce e si sviluppa l’iniziativa

I laboratori del "Centro Interculturale" prendono avvio nel 1998. Inizialmente erano affrontate due sole tematiche, all’epoca le più attuali: le migrazioni (Laboratorio Emigrare e Immigrare) e il Maghreb (Laboratorio Porte aperte sul Maghreb). Durante L’anno successivo, a seguito di un finanziamento della Compagnia di San Paolo, vengono ideati e allestiti altri quattro laboratori didattici e rinnovati quelli precedentemente esistenti (si aggiungono: Diritti umani; Economia e globalizzazione; Le minoranze storiche a Torino: Ebrei, Rom, Valdesi; Religioni e culture: un dialogo possibile?). A partire poi dal 2000 viene proposto il settimo laboratorio: A Torino io abito il mondo. Si tratta di un percorso esplicitamente trasversale e propedeutico ai temi e alle problematiche affrontate da tutti gli altri sei laboratori. In genere aderiscono a questo laboratorio gruppi e classi che non esprimono scelte tematiche precise o che hanno l’esigenza di meglio orientarsi sul panorama delle proposte didattiche offerte dal "Centro Interculturale".
L’impostazione dei laboratori, scelta nell’anno 2000, è quella tuttora vigente.

1.3 I contenuti dei laboratori

Come si già osservato precedentemente, i laboratori interculturali tendono a seguire delle tematiche tra loro interconnesse e dunque trasversali a tutte le proposte didattiche.
Ogni percorso è stato concepito con una duplice finalità: da un lato offrire informazione e conoscenza su specifici argomenti, dall’altro contribuire al superamento di stereotipi e pregiudizi.
Il documento "Laboratori: argomenti e obiettvi" (consultabile nei deepening material) illustra in modo dettagliato le tematiche affrontate e gli obiettivi didattici.
 

1.4 La metodologia utilizzata

I laboratori didattici del Centro Interculturale si caratterizzano, "non tanto per l’esaustività dei contenuti, quanto per la metodologia proposta, in grado di coinvolgere i partecipanti e di trasmettere loro tre saperi.


  • Il sapere, ovvero, la trasmissione di alcuni contenuti e informazioni.
  • Il sapere fare, ovvero, l’acquisizione della metodologia interattiva che prevede di interrogarsi sulle questioni, recuperare le proprie esperienze e risistematizzarle in base ai nuovi input offerti dal laboratorio.
  • Il saper fare, Il saper essere, ovvero, la capacità di creare cambiamenti di atteggiamento e comportamento, presa di coscienza di problematiche, decostruzione di stereotipi e pregiudizi, desiderio di impegnarsi e approfondire le proprie conoscenze, partecipazione a campagne, etc."


Ogni laboratorio didattico proposto dal "Centro Interculturale", presenta – come abbiamo già precedentemente osservato – una metodologia di tipo interattivo. Brainstorming, giochi di simulazione, role play costituiscono infatti gli elementi centrali dei laboratori: è attraverso tali attività che il formatore conduce i partecipanti a prendere coscienza e a riflettere su determinate realtà. «I giochi di simulazione – scrive Anna Ferrero, responsabile del "Centro Interculturale" – sono tecniche di apprendimento che comportano la manipolazione di un modello attraverso l’assunzione di ruoli sottoposti a regole». Lo sviluppo di tale approccio didattico prende avvio nei paesi anglosassoni attorno agli anni ’60.


Nel resto d’Europa, e in Italia i giochi di simulazione si affacciano a metà degli anni ’80 nelle proposte formative realizzate in prevalenza da ONG e inerenti l’educazione alla pace, alla mondialità, alla non violenza, alla gestione dei conflitti. "Queste attività – prosegue Ferrero – nascono come giochi di sensibilizzazione e coscientizzazione sui meccanismi che generano lo scambio ineguale tra Nord e Sud del mondo e sulle diversità culturali. Il poco successo di tali tecniche nel mondo della scuola italiana è dovuto al fatto che si prefigura il gioco come strumento legato a una fase infantile, non interamente produttiva e seria".
Uno dei maggiori esperti italiani in materia, G. Dessena, - citato da Ferrero – afferma: "i giochi di simulazione sono degli strumenti pedagogici non dei giochi, distinguendo in questi ultimi il puro ambito del divertimento, del piacere mentre negli strumenti pedagogici ampio spazio assume l’ambito intellettuale". I laboratori del "Centro Interculturale" assumono dunque il gioco di simulazione come momento cruciale per l’apprendimento. Un apprendimento che oltre l’aspetto cognitivo deve riguardare anche – e soprattutto – quello emotivo.


1.5 La formazione per i conduttori dei laboratori

I formatori dei laboratori didattici (ad oggi sono nove, di cui quattro di origine straniera) sono chiamati annualmente alla partecipazione di momenti di aggiornamento e formazione. Gli incontri, articolati su due giornate, si soffermano sull’approfondimento dei principi metodologici e teorici dell’educazione interculturale.

La prima giornata di lavoro affronta gli aspetti metodologici di conduzione del laboratorio. Attraverso alcune attività interattive (metodologia training) vengono realizzate le seguenti azioni: presentazione dei contenuti di ciascun laboratorio; esposizione dei punti di forza della metodologia interculturale; ideazione di un laboratorio tipo.

La seconda giornata di lavoro è dedicata ad alcuni approfondimenti teorici. La metodologia utilizzata questa volta è di tipo frontale. Attraverso l’incontro con un antropologo culturale vengono analizzati alcuni temi cardine dell’educazione interculturale. Tra gli altri: il concetto di “noi”; l’identità e la cultura; le trasformazioni identitarie del “noi”; l’analisi critica delle tradizioni culturali.

La finalità generale dei weekend formativi è quella di offrire ai conduttori un momento di reciproca conoscenza, di confronto, creando in questo modo, un valore aggiunto al lavoro che individualmente sono chiamati a svolgere.

1.6 Il network e i finanziamenti

La rete dei soggetti coinvolti nell’ideazione e attuazione dei laboratori didattici del Centro Interculturale è formata da:

  • Dirigente e direttore responsabile del Centro Interculturale.
  • Comitato scientifico del Centro Interculturale.
  • Formatori e animatori del Centro Interculturale.
  • Associazioni o enti di formazione del territorio cittadino esperti in ambito interculturale.
  • Università di Torino (Facoltà di Scienze della Formazione, Lettere e Filosofia – Comunicazione Interculturale, Lingue e Letterature straniere, Giurisprudenza). 


I laboratori didattici sono finanziati con il contributo del Comune di Torino – Divisione Servizi Culturali.


 

2 Spunti di riflessione

  
Image