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Love difference

Silvio Remotti

Abstract (English)

Love Difference is a non-profit association established in 2002 by Cittadellarte – Fondazione Pistoletto together with international institutions, cultural centres, social researchers, curators and artists. The objective of Love Difference is to develop creative projects for stimulating dialogue between people from different cultural, political and religious backgrounds, and to build up a network between those who wish to meet and resolve social issues through art and creativity. Love Difference promotes creative projects for an intercultural society, free knowledge network, international conventions, meetings, performances, exhibitions.

 

Abstract (italiano)

Love Difference è un'associazione no profit fondata nel 2002 da Cittadellarte - Fondazione Pistoletto insieme a istituzioni internazionali, centri culturali, ricercatori sociali, curatori e artisti. L'obiettivo di Love Difference è sviluppare progetti creativi per stimolare il dialogo tra i popoli di diversi contesti culturali, politici e religiosi, e costruire una rete tra coloro che si augurano di incontrare e risolvere temi sociali attraverso arte e creatività. Love Difference promuove progetti creativi per una società interculturale, una rete di libera conoscenza, convenzioni internazionali, meeting, performances, esibizioni.

1 In pratica

1.1 Che cos’è Love Difference: il suo messaggio, i suoi obiettivi

Love Difference – Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea è il nome di un network internazionale composto da istituzioni, artisti e singoli cittadini che si occupa di ideare e realizzare progetti artistici – di stampo interculturale – nell’area del Mar Mediterraneo.




Il movimento Love Difference (LD) nasce a Biella nel 2002 su iniziativa dell’Ufficio Politica di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. La Cittadellarte è stata fondata nel 1998 come concreta attuazione del “Manifesto Progetto Arte” (1994) di Michelangelo Pistoletto. In questo documento si teorizza un ruolo nuovo per l’artista contemporaneo: il «porre in interazione creativa tutti gli ambiti di attività umana che danno forma alle società». Dalla politica all’economia, dalla scienza alla spiritualità, dall’ecologia all’educazione. 



«Oggi l’impegno creativo – si legge nel manifesto di Love Difference – richiede l’assunzione di responsabilità. L’arte, espressione primaria della creatività, assume responsabilità civile e diviene la bussola che indica la direzione verso cui dirigere la prospettiva della nuova civiltà a dimensione planetaria». Maria Chiara Bertola, curatore artistico della Fondazione Querini Stampalia di Venezia e socio costituente di LD, afferma: «Love Difference rappresenta un movimento artistico e creativo capace di innescare nell’arte un impegno politico. L’arte come produttrice di oggetti d’arte non è più sufficiente oggi, mentre invece, l’esigenza di uscire fuori da giudizi precostituiti sull’arte e creare nuovi modi per un fare creativo, è diventato imprescindibile. La creatività può occupare spazi che fino ad ora le erano estranei o, non le erano stati mai relazionati».


Alla base del messaggio proposto da LD vi è dunque l’esplicita convinzione che la creatività artistica possa – anzi debba avere – finalità e intenti anche di natura politico-sociale. Detto in altri termini: oggi l’arte può contribuire a ispirare e alimentare trasformazioni, mutamenti, nuove prospettive a livello politico, sociale, economico. La creatività artistica – secondo la concezione di Michelangelo Pistoletto – ha la capacità di «creare spazi che ancora non esistono, cambiamenti di tendenza, nuove forme mentali». Sotto quest’ottica, arte e politica non rappresentano più realtà tra loro impenetrabili e a se stanti. Ciò che è “artistico” può interagire e integrarsi con il discorso politico, condividendo con esso una visione e un linguaggio operativo responsabile. L’azione creativa, ad esempio, può indicare modalità alternative nella produzione e nello sfruttamento delle risorse naturali.


«L’artista – afferma Pistoletto – può portare sangue nuovo nella politica e la politica può mostrarsi nuova attraverso questo sangue portato dall’arte». L’arte di LD agisce sulla politica, “per” la politica: l’arte diventa strumento politico. Offre – attraverso i suoi prodotti – prospettive e orizzonti differenti, o ancora poco esplorati, nell’ambito delle politiche economiche e sociali. Su questo punto, il manifesto programmatico del movimento così dichiara: «Non si può lasciare alle pure ragioni della speculazione economica la guida della politica mondiale. Un nuovo pensiero deve ispirare l’economia e la politica. Il luogo formativo di questo pensiero può essere il laboratorio creativo di un’arte socialmente impegnata. Love Difference, movimento di pensiero e azione, nasce in questo laboratorio». La politica si integra all’arte nel momento in cui attiva una componente partecipativa tra le persone e stimola una riflessione critica sulla società contemporanea. «Love Difference – commenta l’antropologo Franco Lacecla – può essere un contenitore interessante (poiché) comincia direttamente a fare delle opere che hanno un qualche senso di lettura e di provocazione della realtà. Non ne posso più di vedere architetti e artisti occuparsi del muro israeliano o di immigrazione senza alcuna ricaduta seria sulla soluzione dei problemi».


L’esplicita mission del movimento LD diviene quella di lavorare per «unire l’universalità dell’arte con l’idea di transnazionalità politica», focalizzando la sua azione nell’area mediterranea. La finalità generale del network, infatti, consiste nel raccogliere attorno alle diverse regioni che si affacciano sul Mar Mediterraneo istituzioni e organizzazioni (pubbliche e private) interessate a stimolare – attraverso differenti linguaggi artistici – nuove prospettive ideologiche che promuovano il dialogo interculturale e la cultura di pace tra i popoli. Il network LD nasce con il dichiarato intento di attivare un movimento artistico-politico in grado di realizzare – utilizzando l’azione creativa – una rete di collegamento e cooperazione tra i diversi paesi bagnati dal Mediterraneo. L’ambizione – come si legge nel manifesto LD – è quella di gettare le basi per la nascita di un Parlamento Culturale Mediterraneo: un forum internazionale che, servendosi dell’ambito artistico-culturale, lavori al consolidamento del dibattito sulla democrazia e l’integrazione europea, sulla conoscenza e valorizzazione delle differenze. La composizione multiculturale delle società contemporanee, l’interazione (sociale, politica, artistica) con l’alterità diventano – nell’ottica del movimento LD – valori aggiunti, ricchezze, opportunità di sviluppo. “Love Difference” non è semplicemente un nome, uno slogan o un annuncio programmatico. È un messaggio sociale, un invito a sperimentare la convivenza democratica e l’opportunità di interagire in modo costruttivo con la differenza. Le azioni creative proposte da LD hanno l’obiettivo di sviluppare una cultura (e una politica) che stimoli l’“amare le differenze”, nella loro valorizzazione, nella loro democratica interazione. Citiamo ancora il manifesto LD: «Il nome del movimento Love Difference regge un concetto che supera il senso razionale della “tolleranza” per il diverso e penetra direttamente nella sfera del sentimento: amare vuol dire provare attrazione, emozione, esprimere affetto e dedizione. La differenza tra persone e gruppi sociali sono la prima cosa da accettare e accogliere in modo aperto, sensibile e caloroso per dare finalmente senso alla parola “umanità” in questa società sempre più globalizzata».


La globalizzazione – interpretata sia come egemonia planetaria delle economie occidentali, sia come omogeneizzazione e uniformità culturale – rappresenta un’altra tematica sulla quale LD riflette e propone iniziative. Nelle parole di Pistoletto: «La situazione attuale ci presenta pressantemente un quesito: uniformità o differenza? Predominio del sistema economico globale oppure molteplicità di forme, di idee, di culture, di metodi e di individualità sociali?».
Punto operativo in cui il discorso politico-artistico di LD si attua concretamente – l’abbiamo già accennato in precedenza – è il bacino del Mar Mediterraneo. «Nel Mediterraneo – riflette Pistoletto – nascono grandi civiltà, delle quali noi poi siamo parte. La civiltà occidentale e medio-orientale che hanno influenzato il mondo: e questo era all’origine, purtroppo oggi questo punto centrale è un’estrema periferia. Oggi il Mediterraneo accoglie come pattumiera tutto ciò che di più drammatico proviene dai quattro angoli del mondo. Agire nell’area del Mediterraneo è determinante se si vuole trasformare la società che oggi chiamiamo “globale”, se si vuole lavorare per una “trasformazione sociale responsabile”». LD – attraverso l’attivazione del proprio network internazionale – agisce in questo spazio geopolitico in cui, oggi, si riassumono e si palesano alcuni degli aspetti più problematici delle società globali. E, senza sosta, si scaricano le tensioni mondiali. «Il Mediterraneo – ricorda Lacecla – non è un territorio su cui applicare ricette, è anzitutto un posto molto complicato e pieno di violenza. Per affrontare queste cose gli artisti potrebbero utilizzare la propria sensibilità per capire o per cercare di capire». Le iniziative artistiche e culturali di LD diventano proposte politiche: messaggi, ispirazioni, o come li definisce Pistoletto stesso – «utopie concrete» a favore di un progetto politico meta-nazionale, meta-territoriale: inter-mediterraneo appunto. La creatività artistica rappresenta lo strumento in grado di legare tra loro gli aspetti culturali, politici ed economici, cooperando direttamente con le popolazioni dei paesi del Mediterraneo. Le differenze etniche – sovente causa di violenti conflitti in quest’area geopolitica – sono interpretate come stimolo per la convivenza democratica, per la cooperazione, per lo scambio creativo. Il movimento LD concepisce il Mediterraneo secondo la definizione offerta dal sociologo Giuliano Della Pergola «una patria, e come cittadini quelli che vivono delle sue risorse e dei suoi retroterra. Come il centro comune di Stati diversi che se vanno verso il mare vanno verso il loro centro». Un mare che unisce, che non separa. Simbolo e metafora di questa concezione è l’opera di design “Il tavolo Intermediterraneo” di Michelangelo Pistoletto (2002).

L’attività principale del movimento LD consiste nel raccogliere e selezionare ogni anno progetti e iniziative artistico-culturali che, non solo affrontino problematiche sociali già esistenti, ma che offrano anche occasioni per ulteriori riflessioni e ricerche sui temi della multiculturalità e della convivenza democratica. In concreto, il network tramite la sua rete internazionale, mette a disposizione dei giovani artisti (tutti provenienti da Paesi del Mediterraneo) le competenze, le strutture logistiche, i materiali loro necessari alla realizzazione delle loro opere. LD, inoltre, si impegna anche nel cofinanziare i progetti presentati. Attraverso il supporto di partner italiani ed europei, il movimento organizza svariati eventi pubblici in tutta Italia: mostre, installazioni, workshop, meeting allo scopo di coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza sui temi dell’intercultura, della cooperazione, della trasformazione sociale responsabile.
Gli obiettivi specifici che LD intende raggiungere si possono quindi sintetizzare nei seguenti punti:

  • Realizzare un ideale laboratorio creativo – di un’arte socialmente impegnata – per dar voce a un pensiero nuovo. A un’ideologia diversa dalle pure ragioni della speculazione economica e che ispiri tutti i settori dell’attività umana
  • Porre la creatività, intesa quale espressione di libertà, come elemento strategico al centro di tutti i settori dell’attività umana
  • Lavorare sul piano artistico per affrontare i contrasti e le tensioni presenti nel bacino mediterraneo
  • Dare senso alla parola “umanità” accogliendo in modo democratico le differenze tra persone e gruppi sociali
  • Costruire una catena di rapporti e scambi indirizzati alla configurazione di nuove prospettive delle società che vivono attorno al Mediterraneo
  • Interagire con università, accademie e istituzioni che svolgano attività e iniziative inerenti il tema del Mediterraneo
  • Progettare corsi di formazione, master, borse di studio che abbiano come oggetto il Mediterraneo.

 

1.2 Gli incontri teorici, i workshop, le progettazioni

Il movimento LD è nato con il preciso intento di attivare una «rete intermediterranea» di scambio e collaborazione tra diversi soggetti: istituzioni, artisti, architetti, designers, scrittori e ricercatori dei Paesi dell’area mediterranea. La creazione del network ha una duplice funzione: da un lato promuovere la mobilità degli attori coinvolti nel progetto LD, dall’altro attivare programmi di cooperazione nei singoli Paesi al fine di sviluppare azioni in cui – attraverso la creatività artistica – possano emergere nuove prospettive di trasformazione sociale.
Per raggiungere tali obiettivi, il movimento ha organizzato diversi momenti di incontro e riflessione tra i diversi partner coinvolti nella progettazione delle iniziative LD.
Gli incontri teorici e i workshop che si sono succeduti nel corso degli anni, hanno permesso l’elaborazione di alcune linee guida che animano il movimento. Le elenchiamo sinteticamente:

  • La definizione di modalità di cooperazioni artistiche collettive
  • Le possibilità di coinvolgimento attivo, responsabile e duraturo delle realtà sociali in cui si opera
  • Il rapporto tra le arti e le politiche alternative: progetti creativi le cui strategie si applicano alla politica
  • Lo sviluppo di sistemi di pensiero e di azione paralleli rispetto a quelli politici istituzionali
  • L’istituzione di una rete di collaborazione mediterranea

 

I momenti di incontro sono stati realizzati in contesti differenti: presso fiere, festival, esposizioni, biennali. Gli appuntamenti hanno avuto come finalità generale quella di sviluppare il dibattito su concetti cruciali quali «la differenza, le differenze, la tolleranza, l’incontro culturale». I meeting hanno permesso al network LD di presentare e condividere con un elevato numero di soggetti il messaggio e le finalità del movimento, e nel contempo, di ampliare e meglio strutturare la rete dei partner del Mediterraneo.

Riportiamo ciò che è emerso in alcuni incontri teorici e workshop organizzati da LD dal 2003 al 2006


Biennale di Venezia – 50° Esposizione Internazionale d’Arte
Venezia, 13 settembre 2003


Durante il workshop “Arte e Politiche Alternative” – una tappa fondamentale per il movimento LD – emergono le prime ipotesi e proposte di intervento artistico in diverse realtà sociali e culturali del Mediterraneo. L’incontro vede la presenza di artisti e curatori impegnati in progetti creativi «le cui strategie del fare e pensare artistico si applicano alla politica». A moderare l’incontro è chiamata Dagmar Reichert, docente di geografia umana presso l’università di Salisburgo. Nel corso dell’incontro intervengono Tal Adler (artista, Tel-Aviv), Transnational Repubblic (collettivo internazionale d’artisti), Chiara Bertola (curatrice, Fondazione Querini Stampalia, Venezia), Frederikke Hansen (curatrice, Shedhalle, Zurich), Michelangelo Pistoletto (artista, Biella), Georgina Portelli (psicologa, UK), Pierre Portelli (artista, Malta), Margit Rosen (curatrice, ZKM, Karlsruhe). Il dibattito si conclude con l’elaborazione di una bozza di manifesto che viene presentata in plenaria nella sessione pomeridiana dell’incontro. I relatori – partendo ognuno dalle proprie specifiche competenze – evidenziano l’urgenza per l’arte di escogitare sistemi di pensiero/azione alternativi ai tradizionali sistemi politici: «l’arte non può più limitarsi a riflettere e a far riflettere su ciò che succede nel mondo, ma deve agire direttamente sul tessuto sociale e sulla complessa matassa delle relazioni internazionali». Tuttavia – specifica il manifesto – «l’azione politica dell’arte non dovrebbe entrare nel campo specifico delle dispute parlamentari, ma, standone al di fuori, indicare un altro modo di gestire la cittadinanza, la rappresentanza, la partecipazione alle decisione sulla “cosa pubblica”». Ma perché ciò sia concretamente realizzabile è necessario che l’opera artistica esca dalle ristrette èlite per aprirsi a tutta la società civile. Una società civile che dunque possa godere di una partecipazione attiva al progetto artistico.
L’arte – così si conclude il workshop – deve mostrarsi “libera” e “responsabile”. Da un lato la libertà totale della sua espressione. Dall’altro la responsabilità nel gestire il rapporto con il suo fruitore, «un rapporto che non si esaurisce al momento del “contatto con l’opera”, ma scatena cambiamenti effettivi nel pensiero e nel comportamento».


Biennale di Venezia – 50° Esposizione Internazionale d’Arte
Venezia, 14 settembre 2003


Il workshop “Gli Attivatori Culturali e la Collaborazione InterMediterranea” si apre riprendendo la riflessione sul concetto di arte “responsabile”. Un’arte in cui sia rintracciabile tale caratteristica – affermano i relatori – necessita di una cultura in grado di «sostenerla e difenderla». Tale affermazione diventa il filo rosso per il proseguo dell’incontro.
Affianco a Pistoletto e Reichert partecipano al dibattito Pierre Abi Saab (giornalista ed editore, Beirut), Enver Hadziomerspahic (direttore del museo Ars Aevi, Sarajevo), Molly Nesbit (curatrice Stazione Utopia, storica dell’arte Columbia University), Zeina Maasri (artista e graphic designer, Beirut), Federica Thiene (artista, Collettivo Artway of Thinking, Venezia), Sandi Hilal e Alessandro Petti (architetti, Stateless Nation e Multiplicity, Palestina/Italia), Immanuel Wallerstein (direttore del “Fernand Braudel Center for the Study of Economics, Historical System, and Civilization”). Argomento focus del dibattito è una proposta di Cittadellarte: istituire «una rete di attivatori/mediatori culturali del Mediterraneo sviluppando l’idea classica di “scuola per curatori”». L’iniziativa si vuole concretizzare in un corso di formazione strutturato come «laboratorio nomade» che, appoggiandosi su istituzioni e organizzazioni presenti in alcune aree del Mediterraneo, consenta a un gruppo di professionisti – già impegnati nell’ambito dell’arte sociale e della mediazione interculturale – di operare in differenti città dell’area mediterranea per alcune settimane l’anno. Obiettivo della proposta avanzata da Pistoletto è la realizzazione – in partenariato con le istituzioni locali – di cicli di eventi e di incontri artistico-culturali in alcune città bagnate dal Mediterraneo. «Le iniziative di arte sociale – riflettono i relatori – essendo molto più problematiche rispetto alle tradizionali mostre internazionali o Biennali d’Arte, sono più facilmente accettabili da parte delle culture locali perché non necessariamente invasive rispetto alle abitudini e alla cultura del posto. Le incomprensioni e i rifiuti che spesso si generano potrebbero essere, quindi, superati attraverso una conoscenza più approfondita della cultura del Paese ospite che passi attraverso il contatto con le organizzazioni culturali riconosciute». Al termine del workshop i partecipanti espongono le loro idee su come impostare il dialogo interculturale e fronteggiare le tensioni tra i Paesi del Mediterraneo.


Aimer les differences – a cura dell’Association du Mèjan
Arles, 8-9 luglio 2004


Il 7 luglio 2004 Michelangelo Pistoletto è invitato ad Arles a presiedere una mostra a lui dedicata intitolata “Riflessioni”. L’Association du Mèjan organizza un incontro sul tema delle letterature del Mediterraneo, articolato in due giornate di studio, dal titolo “Amare le differenze”. Al meeting partecipano numerosi esponenti delle culture dell’area mediterranea: scrittori, artisti, musicisti, fotografi, filosofi. I dibattiti hanno affrontato i temi della guerra, dell’odio, della paura, della povertà e dell’ignoranza. L’incontro ha inoltre permesso di approfondire le differenze culturali in relazione agli argomenti esposti durante il seminario. [www.lemejan.com]


Arte, cultura, conoscenza e democrazia
Venezia, 8-9 giugno 2005


Il rapporto tra Information Technology e democrazia è stato l’argomento principale dell’incontro. «La cultura digitale – ha affermato il Ministro della Cultura del Brasile Gilberto Gil – oggi combatte per la condivisione delle informazioni e delle conoscenze a favore di un processo fondato sulla collaborazione per la costruzione di un nuovo concetto di cittadinanza». Internet – prosegue Gil – va interpretata come strumento di democratizzazione nell’accesso all’informazione. La stessa diversità culturale può trovare attraverso il digitale, un «nuovo habitat in cui tutelarsi e svilupparsi». Sotto questa prospettiva, l’esperienza brasiliana si dimostra di notevole interesse. Gil: «il governo federale brasiliano e alcuni governi locali stanno rendendo la cultura digitale una politica strategica. Mi riferisco al free software, ai collegamenti gratuiti e ai servizi informatici gratuiti». Il coordinatore per le politiche digitali del Ministro della Cultura del Brasile, Claudio Prado, ha illustrato il progetto Pontos de Cultura (Punti di Cultura), un’iniziativa per contrastare il digital divide. Pontos de Cultura sono laboratori informatici il cui obiettivo è «dare avvio a processi di accesso alla tecnologia da parte di persone che non ne hanno mai avuto modo». Concretamente il progetto si articola nelle seguenti azioni: «quando arriviamo presso comunità escluse dall’accesso tecnologico, insegniamo a smontare e assemblare i computer, trasformando i cosiddetti “rifiuti digitali”, cioè le macchine che non utilizziamo più, in strumenti altamente tecnologici. Il governo fornisce un kit multimediale, l’accesso alla banda larga ed un finanziamento annuale. Riteniamo, infatti, che affinché vi sia l’inclusione digitale, non si può considerare solo il computer, ma l’utilizzo di tutte le opportunità date dal digitale». Diversi Pontos de Cultura – attraverso piattaforme comuni – sono ora collegati tra loro, permettendo quindi interazione e scambio di informazione. Prado conclude invitando il movimento LD a proporre iniziative simili nell’area mediterranea. Qualche mese dopo nasce in Grecia, nella città di Farkadona, il primo Punto di Cultura. Durante l’incontro è poi stata presentata l’esperienza di Creative Commons. È un dominio digitale nato nel 2002 per offrire uno strumento giuridico che faciliti la ricombinazione e il riutilizzo di materiale creativo. Juan Carlos De Martin – Public Lead Creative Commons Italia – spiega: «l’autore, su base volontaria, decide di rilasciare i suoi contenuti digitali o fisici e lasciarli con una licenza che consente l’utilizzo con dei limiti scelti dall’autore stesso, ma sostanzialmente libero. L’opera anziché entrare nel diritto d’autore nelle modalità tradizionali entra in un commons, in un bene pubblico a cui tutti possono attingere per creare nuova creatività». L’obiettivo è dunque incoraggiare autori e creatori – attraverso lo strumento giuridico della licenza – a rilasciare i propri contenuti in modo che anche altre persone, senza commettere atti illeciti, possano riutilizzarli liberamente. [www.creativecommons.it]


Codex – Laboratorio sull’arte e la conoscenza libera per la trasformazione sociale
Tunisi, 14-19 novembre 2005

Il workshop ha riunito operatori culturali, attivisti del free knowledge, artisti. L’obiettivo dell’incontro era sensibilizzare e coinvolgere la società civile sui temi dell’accesso alla cultura in modo democratico e condiviso. Dalle riflessioni dei relatori è emerso che sia l’arte per il cambiamento sociale sia la libera conoscenza utilizzano linguaggi e modalità operative comuni. Entrambe, infatti, si basano su concetti come «la condivisione, la partecipazione, la trasformazione, la sostenibilità». Altro comune denominatore è la ricerca di contatto e comunicazione con i contesti sociali con cui interagiscono.
All’incontro sono state presentate le esperienze di associazioni e organizzazioni che si occupano di arte sociale e free knowledge.
Associazione Prodigi (Italia): lavora per contrastare l’esclusione digitale e progetta percorsi di sviluppo autonomi e rispettosi delle diversità culturali. Ha avviato due laboratori informatici nella città di Gabès (Tunisia) dove ha formato trenta persone all’utilizzo delle tecnologie informatiche. [www.pro-digi.org]
Centre d’Appui alla Vie Comunitarie (Grecia): ha realizzato nella città di Farkadona il progetto Post Programmed City_Territory per la trasformazione e riqualificazione di alcune aree urbane. L’iniziativa ha coinvolto la comunità dei Rimpatriati Greco-Pontiani che vive in condizione di emarginazione sociale. Il progetto ha permesso il reinserimento delle comunità nelle attività economiche, culturali e sociali della città. [www.city-territory.gr]
Gundran for Art and Development (Egitto): collettivo formato da un gruppo di artisti (pittori, musicisti, attori) impegnati nella promozione dell’arte per la responsabilità sociale. L’èquipe sostiene lo sviluppo socio-economico della comunità di pescatori El-Max, la cui struttura si è deteriorata a causa del declino della pratica della pesca. [www.gudran.com]
Koumbit (Canada): associazione per la promozione e diffusione del free software. Ha sviluppato una piattaforma software indipendente collettiva. Garantisce l’assistenza ai suoi utenti. [www.koumbit.org]
Eden Morfaux (Francia): l’atelier parigino dell’artista raccoglie un gruppo multietnico che lavora a contatto con le comunità locali. L’obiettivo è incoraggiare i cittadini a condividere passioni e interessi organizzando diversi eventi (dibattiti, concerti, mostre, cene).
La Source du Lion (Marocco): progetto per la riqualificazione del parco dell’Heremitage di Casablanca. L’obiettivo è il recupero della funzione sociale e aggregativa delle aree pubbliche cittadine. [www.lasourcedulion.org]
Pontos de Cultura Digitale (Brasile): propone il meta-riciclaggio di computer non più funzionanti (smontaggio, recupero hardware, riassemblamento, installazione free software). [www.cultura.gov.br]


Metodi: progetto di ricerca sulle relazioni arte e società
Biella, 2-3 ottobre 2004 (prima edizione)
Bologna, 27-29 gennaio 2006 (seconda edizione)


Il workshop si inserisce all’interno della mostra curata da LD “Geografie della Trasformazione”. L’iniziativa ha il compito di svolgere una ricerca sulle metodologie e sui processi sviluppati da progetti artistici indirizzati al cambiamento sociale. L’obiettivo dell’incontro è individuare nuove modalità e contenuti nella realizzazione di azioni creative d’impatto sociale. «Non è importante trovare una metodologia generale e definitiva – sostengono gli organizzatori del workshop – ma vie individuali: le diversità dei metodi di lavoro possono realmente creare una rete eterogenea di progettazioni. È rilevante che qui vengano messe a fuoco le differenze tra le modalità d’intervento di progetti artistici che intervengono nelle società». L’incontro “Metodi” va quindi considerato come work in progress, come ricerca-azione.

Alla prima edizione di Metodi hanno partecipato:
Bureau des Competences et Dèsires (Francia): riqualificazione della Place des Savonniers (Marsiglia). La metodologia ha avviato un processo interattivo tra artisti, cittadini, enti locali. [www.bureaudescompetences.org]
Casqueiro Atlantico Laboratorio Cultural (Spagna): è formato da un collettivo di artisti impegnati nello studio di una “scultura interattiva”, basata sull’idea di dialogo. [www.calcaxy.com]
Katja Lindqvist e Petra Reveneu (Svezia): propongono un programma di inserimento d’artisti di varie discipline in contesti lavorativi. [www.vg.skadebanan.org/aris]
Office for Urban Transformation (Italia): presenta un piano di riqualificazione urbanistica nel quartiere Isola di Milano. L’iniziativa prevede «azioni artistiche e simboliche, ma anche controproposte concrete che sviluppano nuove attività nel quartiere». [www.cantierisola.org]
Significans (Germania): collettivo di quattro artiste che lavora al progetto “skin maker”: raccolta, archiviazione ed esposizione di campioni di pelle umana. I partecipanti al laboratorio sono coinvolti in una riflessione sui temi dell’identità e dell’immigrazione. [www.significans.de]
Stalker (Italia): propone un processo partecipativo con gli abitanti dell’edificio residenziale Corviale di Roma. L’obiettivo dell’iniziativa: reinventare una nuova immagine del quartiere. [www.stalkerlab.it]
Alla seconda edizione di Metodi hanno partecipato:
Associazione Africa e Mediterraneo (Italia): conduce attività di cooperazione e di educazione allo sviluppo. Con il progetto “Valori Comuni” propone di promuovere la cultura della pace e del dialogo usando il fumetto come modalità comunicativa. [www.africaemediterraneo.it]
Asiles NGO (Libano): opera presso campi profughi attraverso azioni educative e artistiche. Attraverso il progetto “Transmission” coinvolge artisti che insegnano le loro pratiche a un gruppo di rifugiati palestinesi. [www.asiles.org]
D Media (Romania): si occupa della promozione di tecnologie free knowledge e nella fusione tra arte e attivismo sociale. Attraverso il progetto “Real Fictions” ha permesso ad alcuni adolescenti di girare quattro documentari sperimentali. Le tematiche delle pellicole: le tradizioni rumene, l’autoritarismo nazionalista, la carenza delle istituzioni, il potenziale dell’open source. [www.dmedia.ro]
La source de Lion (Marocco): promuove azioni di recupero del parco Heremitage di Casablanca attraverso realizzazioni collettive per contrastarne l’abbandono. [www.lasourcedulion.org]
Malapolski Instytut Kultury (Polonia): il progetto “Nowa_huta.rtf” propone il rinnovamento del quartiere industriale Nowa Huta di Cracovia. L’iniziativa ha anche lo scopo di ideare un luogo di dibattito per chi ha preso parte alla costruzione della città, ci è cresciuto e l’ha ricevuta in eredità. [www.mik.krakow.pl]
Performing Arts Center Multimedia (Macedonia): il centro è impegnato nell’ideazione di programmi artistici volti a coinvolgere gruppi di giovani a rischio esclusione sociale. Offre ai ragazzi l’opportunità di condividere valori sociali attraverso l’acquisizione di abilità fisiche, acrobatiche o tecniche giocolieristiche.

Da cose nasce cosa… su cosa cooperare?
Gorizia-Nova Gorica aprile/maggio 2006


Il territorio della regione Friuli Venezia Giulia ha rappresentato per LD un contesto rilevante per condurre un’indagine sulla sperimentazione di «pratiche legate alla progettazione partecipata e alle relazioni interculturali». Da questo interesse iniziale è stato organizzato un workshop interdisciplinare che ha coinvolto figure professionali tra loro diverse (mediatori interculturali, artisti, educatori, sociologi, architetti) provenienti dal Friuli e dalla Slovenia. L’intenzione era quella di creare un momento di incontro tra persone appartenenti a identità culturali diverse e con diverse competenze professionali. Filo rosso dell’iniziativa è stato quello di rispondere al quesito “su cosa cooperare?”.
Attraverso il workshop si sono raggiunti due risultati:

  • L’individuazione di linee guida per la progettazione di attività finalizzate alla valorizzazione di contesti culturali, ambientali, produttivi
  • La ridefinizione delle pratiche di cooperazione tradizionali partendo dalla valorizzazione della creatività e delle competenze dei singoli partecipanti

 

Il gruppo dei partecipanti è stato invitato a interpretare il territorio di Gorizia-Nova Gorica come luogo pluridimensionale: fisico, sociale, emotivo, al fine di «comprenderne i limiti legati alla separazione e le potenzialità legate al confronto tra persone e realtà socio-culturali diverse».
L’iniziativa è stata organizzata in partenariato con la Regione Friuli Venezia Giulia e con l’Associazione culturale Modidi.

1.3 I progetti artistico-culturali di Love Difference

La principale attività del movimento LD consiste nell’ideazione e nella promozione di progetti creativi che riflettano – e agiscano – su problematiche sociali e che promuovano il valore della differenza in una prospettiva interculturale. I diversi linguaggi artistici hanno oggi – secondo la concezione avanzata da Pistoletto – una «responsabilità sociale»: attraverso l’arte si può fare politica, si può agire su – e con il – tessuto sociale, si possono ispirare nuove prospettive ideologiche.
A partire dall’anno 2002 il network LD è impegnato ad accogliere e concretizzare le proposte di artisti (emergenti o già affermati) impegnati nella creazione di opere d’arte “responsabili”, finalizzate cioè, a riflessioni e azioni in ambito sociale.
I progetti artistico-culturali promossi dal movimento LD – riferisce il coordinatore del network Filippo Fabbrica – devono esibire, nelle loro linee generali, alcuni requisiti e criteri.
Li elenchiamo attraverso i seguenti punti:

  • Responsabilità: l’opera illustra una tematica di natura socio-politica
  • Partecipazione: il progetto coinvolge attivamente il contesto sociale in cui viene realizzato; la relazione tra individui è il dialogo interculturale. 
  • Sostenibilità: l’azione artistica valorizza le abilità dei soggetti coinvolti e le risorse materiali presenti nel luogo in cui si concretizza.
  • Condivisione: il progetto sviluppa pratiche condivise. È realizzato “con” le persone ed è in grado di trasferire conoscenze e competenze in loco.
  • Trasparenza: il dialogo con i soggetti coinvolti è franco e costruttivo

 

 

Tutti i progetti artistici proposti da LD – prosegue Fabbrica – si configurano come veri e propri «laboratori». Da un lato perché sono prodotti artistici in cui la componente interattiva è sempre preponderante: il fruitore non osserva semplicemente l’opera, la vive, la sperimenta, interagisce con essa. Dall’altro lato, la stessa realizzazione del progetto è inevitabilmente condotta attraverso un lavoro di gruppo, comune e compartecipato (si vedano i requisiti della partecipazione, della sostenibilità, della condivisione, della trasparenza). «Senza l’aspetto “laboratoriale” – riflette Fabbrica – verrebbero a mancare i cinque presupposti richiesti. Non vi sarebbe, in altre parole, il progetto artistico come concepito dal movimento LD. Il laboratorio diventa quindi “una forma d’arte”, un innovativo linguaggio artistico».
I canali attraverso cui l’artista prende contatto con il movimento LD per proporre un’idea o un progetto sono sostanzialmente due:

  • Tramite i contatti – frutto di collaborazioni pregresse – che il LD ha instaurato con il suo partenariato intermediterraneo. Si tratta di una rete di tipo informale e personale composta da critici d’arte, curatori, accademici, responsabili d’istituti culturali e associazioni. Sono questi soggetti che, fungendo da tramite, segnalano un artista a LD.
  • Tramite il web di LD l’artista ha modo di contattare il movimento, farsi conoscere e proporre un progetto.

 

Il movimento non prevede l’istituzione di un comitato scientifico finalizzato alla valutazione e selezione dei progetti presentati. È l’assemblea dei soci costituenti che traccia delle linee guida, delle direttive secondo cui viene giudicata la coerenza e l’interesse del progetto artistico. «LD – conclude Fabbrica – funziona attraverso gli “apporti” dei propri soci: l’idea di un membro diventa una linea guida per la progettazione (e dunque selezione) delle attività artistiche. Il socio stesso proporrà le modalità di realizzazione e i soggetti con cui collaborare».
Segnaliamo ora alcuni progetti e azioni artistiche promosse dal movimento LD.


Bledi in progress - Laboratorio di video-montaggio
Katia Kameli (Algeria)


Attraverso questo progetto, l’artista e filmmaker franco-algerina Katia Kameli, ha creato un laboratorio di video-montaggio ad Algeri. L’iniziativa ha coinvolto un gruppo di 20 studenti provenienti dalle facoltà di Scienze della Comunicazione e Scienze Politiche dell’Università di Ben Aknoun.
Punto di partenza del progetto è stata la constatazione che dell’Algeria si conosce davvero poco. Inoltre le immagini che provengono da questo paese spesso hanno «la tendenza a fraintendere la situazione politica e sociale». All’interno delle Università, infine, si constata l’evidente carenza di documenti audio-visivi.
Da queste riflessioni nasce l’idea di realizzare un laboratorio per dare l’opportunità a studenti di diversa formazione di far luce sugli aspetti sociali, storici, politici e quotidiani del paese. L’iniziativa ha anche rappresentato uno stimolo per riflettere sul tema dell’immagine e delle sue svariate applicazioni.
La finalità generale del progetto Bledi in Progress è stata quella di organizzare una rete eterogenea di studenti per iniziarli all’uso delle varie tecniche audiovisive. Gli obiettivi sono quindi utilizzare le tecnologie digitali per incentivare lo scambio di comunicazioni e – contemporaneamente – offrire un’immagine alternativa e indipendente dell’Algeria.
Il laboratorio durato dal 10 marzo al 10 aprile 2006, si è articolato attraverso incontri, workshop e lezioni frontali tenuti da due filmmakers (Kameli e Stéphane Broc) e la produttrice Gwen Mallaurant. Al termine del laboratorio di video-montaggio gli studenti hanno realizzato alcuni progetti video e cortometraggi che sono stati poi diffusi nell’ambito di manifestazioni artistiche ad Algeri e in Europa. A seguito della riuscita del progetto è stato pubblicato un bando, rivolto a studenti di diverse Università algerine, all’Accademia di Belle Arti e all’Istituto Francese di Algeri per la realizzazione di una trama cinematografica.
I partner del progetto Bledi in progress sono stati l’Ambasciata di Francia ad Algeri, il movimento LD, il Centro Culturale Francese ad Algeri, Air France. 


Unrecognized - Mostra fotografica sui Beduini del Negev
Tal Adler (Israele)


Il progetto dell’israeliano Tal Adler è una mostra fotografica itinerante che documenta la situazione dei villaggi beduini della regione del Negev (Israele). Si tratta di insediamenti ufficialmente non riconosciuti dallo Stato israeliano. La situazione è drammatica: sovente l’esercito «rade al suolo le abitazioni e distrugge i raccolti di questi 45 villaggi, dove vivono circa 80.000 persone. Per converso i cittadini ebrei delle città e delle colonie limitrofe lamentano il presunto comportamento criminale dei beduini». Tra i due gruppi esiste solo razzismo e alienazione, pregiudizio e paura.
Tal Adler attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, illustra la situazione dei villaggi non riconosciuti e il quotidiano dei suoi abitanti. «Grazie a una serie di incontri organizzati da gruppi di arabi e israeliani, il progetto espone – attorno alla mostra itinerante – la storia delle tribù beduine, i loro villaggi, rivela la situazione attuale e crea l’occasione per una prima esperienza di dialogo mediato tra i due gruppi». L’obiettivo del progetto consiste nel sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale esportando la mostra fuori dallo Stato di Israele. Ciò – nelle intenzione di Tal Adler – consentirà alle varie organizzazioni estere di collegarsi e cooperare congiuntamente per la conquista dei diritti dei movimenti indigeni.  Unrecognized si articola in cinque azioni parallele.

  • La realizzazione della mostra fotografica: 45 scatti accompagnati da didascalie che – attraverso interviste – raccontano la vita e le tradizioni dei villaggi, i rapporti con lo Stato di Israele e con i suoi cittadini.
  • La mostra itinerante consente l’organizzazione di incontri e conferenze presso spazi pubblici, sedi di organizzazioni e associazioni.
  • La creazione di un sito web trilingue (arabo, ebraico, inglese) fornisce informazioni aggiornate e permette di sostenere ulteriori progetti di cooperazione presso i villaggi non riconosciuti.
  • Una pubblicazione trilingue contenente le fotografie di Tal Adler, la relazione dello stato per i Beduini, le interviste agli abitanti dei villaggi, alcuni saggi redatti da esperti di tradizioni beduine e diritto internazionale.
  • Formazione di un gruppo misto (rappresentanti dei villaggi ed ebrei israeliani) per l’organizzazione di eventi e iniziative di sensibilizzazione presso le sedi di organizzazioni che ospitano mostre internazionali.

 

Europoly, The union identity trading game - Gioco di ruolo sull’allargamento europeo
Dejan Kaludjerovic (Austria-Serbia)


Il progetto Europoly, The union identity trading game è un gioco di ruolo sul tema dell’allargamento della Comunità Europea: sulle possibilità che si offrono o che si precludono ai vecchi e nuovi cittadini europei.
«L’obiettivo del gioco – riferisce Kaludjerovic – consiste nell’ottenere la cittadinanza europea: la possibile vittoria o sconfitta è determinata in larga parte dalla fortuna».
Europoly si ispira al celebre Monopoli: esiste una forte  similitudine tra l’ottenere un monopolio su qualcuno o qualcosa e le regole per accedere all’interno della Comunità Europea. Nel gioco vengono riprodotte le professioni, diverse per prestigio e utilità sociale, praticate dai cittadini non europei nei paesi UE.
Durante il gioco i partecipanti incontrano e utilizzano simboli e strumenti: dalle borse Yugo, semplici borse di plastica (simboli di ciò che il migrante possiede) alle designers bags, metafora di uno status sociale elevato; dalle profession cards che indicano la tipologia del contratto di lavoro alle chance cards, l’equivalente delle “probabilità” di Monopoli che determinano le sorti del giocatore; infine alle eu-community chest, le carte che ricordano al partecipante gli obblighi burocratici relativi all’ottenimento della cittadinanza europea. Europoly affronta le problematiche connesse «all’identità e al potere, attraverso il processo di integrazione all’UE, stimolando una riflessione sulla qualità rigida, categorica, crudele, e, a volte, grottesca del sistema legislativo che troppo spesso funziona attraverso la pura statistica, e non in base alle necessità e situazioni del singolo individuo».
Attraverso le installazioni il gioco è pubblicizzato presso esposizioni e gallerie d’arte, ma anche in luoghi pubblici come stazioni ferroviarie, duty-free di aeroporti, e utilizzando cartelloni pubblicitari che riproducono i ritratti di reali persone che all’interno del gioco rappresentano le diverse professioni. All’interno della scatola da gioco si trova una pubblicazione, curata da filosofi, sociologi, storici, economisti e artisti sul tema dell’identità e della sua definizione (e ridefinizione) nel contesto della migrazione eurocentrica.
Il movimento LD ha proposto al Parlamento Europeo di portare in mostra il progetto presso la sede di Bruxelles.


Memento Vivere - Videodocumentario
Aziz Ceho (Bosnia-Erzegovina)


Djecija Telelevizija (DTV) era una trasmissione per bambini prodotta durante il periodo della guerra civile dalla Televisione Nazionale di Bosnia e Herzegovina. Le puntate non venivano realizzate all’interno di studi televisivi, ma direttamente nelle case dei bambini a cui veniva chiesto di realizzare un proprio programma televisivo. L’idea alla base di DTV era che «i bambini possono insegnare molto e il loro punto di vista mostra approcci e prospettive diverse riguardo a periodi critici della storia e del presente».
L’artista Aziz Ceho – uno degli spettatori di quella che allora era la trasmissione DTV – decide con il progetto Memento Vivere – di recuperare le registrazioni del programma dagli archivi della ex Televisione Nazionale per visionarle nuovamente.
Il progetto artistico prende forma quando – come dichiara Ceho - «conobbi alcune persone che lavorarano al programma e mi interessai alle loro storie. Nacque così l’idea di registrare in video i loro ricordi legati al periodo di registrazione del programma, mettendo in evidenza le storie e gli episodi personali di vita passata e presente».
L’obiettivo di Memento Vivere è quindi duplice: da un lato far rivivere DTV dopo dieci anni e dall’altro proporre un documentario per analizzare e ricordare il periodo della guerra nei Balcani. Il progetto – si legge nella sua presentazione – ha suscitato l’interesse nel direttore della nuova Televisione Federale che ha permesso a Ceho non solo di visionare tutto il materiale a cui era interessato, ma anche di mandare in onda Djecija Telelevizija insieme al documentario prodotto dall’artista.
Aziz Ceho ha infine ricevuto la richiesta di partecipare a trasmissioni serali incentrati sul tema della guerra e dell’infanzia, nodo cruciale del progetto Memento Vivere.


Music of Mediterranean - Installazione audio
Cameron Sinclair (Inghilterra)


L’autore del progetto, Cameron Sinclair, è un musicista compositore inglese ed ha partecipato al Residence UNIDEE presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto.
Il suo progetto è un’installazione che riprende la forma del Mar Mediterraneo con cinque postazione audio. I visitatori hanno la possibilità di ascoltare cinque compact disc, della durata di 10-12 minuti ciascuno, contenenti alcune musiche “mediterranee” selezionate da Sinclair. La ricerca dell’artista «ha cercato di rappresentare cinque differenti aspetti dello sviluppo musicale nell’area mediterranea».
L’installazione Music of Mediterranean è stata presentata da LD alla mostra internazionale curata da Dagmar Reichert dal titolo Critic is not enough. L’evento si è svolto presso la Shedalle di Zurigo nel periodo dal 14 Febbraio al 13 Aprile 2003.
I compact disc – composti dall’unione di differenti tracce

  • CD1: The Gipsy Diaspora – Performance di gruppi tzigani della regione mediterranea
  • CD2: The Sephardic Diaspora – Collaborazioni tra musicisti arabi ed ebraici per rivisitare la musica degli Ebrei Sefarditi, un antico stile che ricongiungeva musiche mussulmane ed ebraiche
  • CD3: Greece, Turky and the Balkans – Esplorazione delle musiche di quest’area con collaborazioni tra musicisti provenienti dai paesi orientali del Mediterraneo
  • CD4: Spain, Italy, France, Morocco and Islands – La collaborazione tra musicisti di questi paesi ha portato alla fusione di una varietà di influenze, adattando vecchi modelli e stili per crearne di nuovi
  • CD5: French-Algerian Rai – Musica popolare algerina che trae origine dall’incontro tra musica tradizionale, stili moderni e musica francese, unita con influenze pop afroamericane e suonata da musicisti algerini, franco-algerini e francesi.

 

Free culture and free knowledge in Farkadona - Progetto di Cooperazione per il reinserimento della comunità Greco-Pontica nel contesto locale
PPC_T, LD, GAMB+I, Gudran Foundation, Watercollection.net, The Argonauts, Hellug, Larissa Contemporary Art Center


Il progetto è un programma culturale e ambientale a cura del gruppo PPC_T. Si tratta di un collettivo greco formato da architetti, educatori, artisti, esperti di media che opera presso il campo per rimpatriati Greci Pontici dall’ex Unione Sovietica di Farkadona. Il campo «è stato creato all’inizio degli anni ’90 come risultato/effetto di una politica statale di dispersione periferica dei rifugiati all’interno di campi ed unità organizzate. L’insediamento è stato collocato sulle infrastrutture già esistenti di un campo militare». La comunità dei rimpatriati vive nel campo da 14 anni. Il campo ha inaugurato quello che il filosofo Giorgio Agamben definisce «stato d’eccezione»: uno spazio racchiuso con una collocazione precisa, all’interno dei confini dello Stato nazione. Questi “spazi d’eccezione” «nel corso del tempo si sono diversificati, prendendo nuove  forme, plasmando “un arcipelago di spazi sovrani extraterritoriali”». Con il progetto Free culture and free knowledge in Farkadona il gruppo PPC_T – in collaborazione con LD e altre organizzazioni di cooperazione – ha lavorato sulle questioni sociali, culturali e “spaziali” della ghettizzazione della comunità Greco-Pontica. L’obiettivo era analizzare il fenomeno da un punto di vista territoriale, architettonico e sociale al fine di contribuire «all’incorporazione della comunità nel territorio esistente e nella società locale (come loro sperano)». Il progetto di cooperazione è iniziato attraverso un processo partecipato di studio delle modalità integrative della comunità all’interno del contesto locale, analizzando gli aspetti economici, sociali e culturali. Al fine di incentivare l’espressione e la crescita individuale e collettiva sono stati attivati nel giugno 2006, presso il Centro Culturale del campo (oggi ancora in fase di recupero) un laboratorio informatico basato sul free knowledge e free software e due laboratori di produzione artigianale (gioielleria e sartoria) tenuti da artisti per coinvolgere le donne del campo. Si state infine praticate forme di distribuzione alternative come il fair trade.


Calcetto Love Difference - Design
Diego Paccagnella (Italia)


L’artista Diego Paccagnella ha rivisitato il classico tavolo calcio-balilla da bar attraverso i linguaggi del movimento LD. Il fondo non è più il classico campo da calcio verde, ma uno specchio con la sagoma del Mar Mediterraneo. Le divise dei calciatori abbandonano i tipici colori rosso e blu a favore delle maglie di rappresentanza di 22 nazioni europee.  L’opera diventa così occasione di incontro e riflessione (anche materiale) sulle diverse culture del Mediterraneo e sui valori di convivenza e dialogo. Il calcetto Love Difference è stato presentato nel luglio 2004, durante l’ottava edizione del “Festival della Sangria” di Padova, organizzato dal comitato “Unamano” che lavora sul territorio della Bosnia.
L’anno successivo il movimento LD presenta la versione definitiva del calcetto, prodotto in serie dalla ditta FA.BI. di Torino e commercializzato per sostenere i progetti LD.
Il calcetto è acquistabile nello shop online di Cittadellarte al web: www.bookshop.cittadellarte.it


The skin of Biella - Installazione
Enuji Cho (Corea)


Il progetto dell’artista Enuji Cho – residente UNIDEE 2005 – ha l’obiettivo di aprire un canale comunicativo con i cittadini di Biella sulla condizione della donna straniera in Italia. L’opera si basa sulla cartellonistica pubblica per raccontare alcuni episodi che sono successi all’artista coreana nei quattro mesi di permanenza a Biella e comunicare in questo modo lo sguardo degli immigrati sugli abitanti della città. «Per quanto riguarda la metodologia di comunicazione – riflette Cho – usare la stampa locale è uno dei mezzi più potenti ed efficaci per intervenire nella vita quotidiana del Biellese». I testi delle sua installazione – esposti presso la stazione ferroviaria –  inducono alla riflessione i passanti. «In questi quattro mesi di residenza a Cittadellarte – conclude l’artista – ho esplorato la superficie della città e l’ho rappresentata attraverso giornali, cartelloni, performance. Ho lavorato sullo spazio mentale e contemporaneamente ho mostrato la mia identità di donna straniera». Da questa riflessione è stata organizzata, nell’ottobre 2005 presso Cittadellarte, una tavola rotonda sulla condizione della donna straniera in Italia.


Arte, città, società: nuove visioni per Venezia
- Workshop sulla trasformazione sociale responsabile


Il workshop nasce con l’intento di creare un network di attori che lavorino a un programma di trasformazione sociale responsabile della città di Venezia. Fondamentale risulta «il coinvolgimento diretto delle risorse umane già attive sul territorio e delle professionalità esterne da coinvolgere». Si viene così a formare un’equipe interdisciplinare, favorendo in tal modo una visione multiprospettica dei progetti di trasformazione su Venezia. I temi emersi durante il workshop – e sui quali si sono progettare alcune azioni creative – riguardano l’isolamento, la mancanza di relazioni significative, il problema della viabilità, il turismo sostenibile, la carenza strutturale di spazi verdi. Dall’analisi di queste problematiche si formano tre gruppi di lavoro per la realizzazione di altrettanti progetti di arte responsabile. Nascono allora Questionpoint? Puntodidomanda? Utopie Distopie e Paradisi Terrestri, Un record per Pellestrina.


Questionpoint? Puntodidomanda?


“Vivere Venezia”, questa l’idea iniziale da cui si sviluppa il progetto. Il gruppo di lavoro – dopo una serie di riflessioni – ha individuato, nella città della laguna, «la mancanza di un autentico e partecipe dialogo sociale». Incomunicabilità, scarsità di informazioni, isolamento sono gli elementi sui cui il progetto lavora. Nasce così l’idea di realizzare un’opera creativa per coinvolgere i veneziani in un processo e in un’azione artistica originale. Concretamente, Questionpoint? è uno spazio di incontro e di passaggio per incanalare informazioni e scambiarle tra i cittadini e i turisti. Un ufficio – itinerante a contatto con le persone – incubatore di domande, richieste e risposte, progettato con un canale in entrata e uno in uscita. Le problematiche emerse: la viabilità, i prezzi, la casa.


Utopie Distopie e Paradisi Terrestri


Punto di partenza del progetto: la strutturale carenza a Venezia di spazi verdi aperti al pubblico. Nasce l’idea di realizzare «un’isola semovente, un’imbarcazione-giardino» che permetta ai cittadini e ai turisti di girare la laguna alla scoperta dei giardini e dei parchi che sorgono attorno alla città (Sant’Erasmo, Vignole, Isola della Certosa). Girovagando per la laguna i passeggeri possono – se lo desiderano – coltivare i fiori e le piante presenti sulla barca-giardino. Gli obiettivi del progetto: creare un simbolo del bisogno di collegare le aree verdi di Venezia; promuovere l’apertura di altri giardini pubblici; stimolare cittadini e turisti all’esplorazione dell’area lagunare. Il progetto mira a coinvolgere il contesto locale: dalla costruzione della barca alle attività d’animazione.


Un record per Pellestrina


La laguna di Venezia si compone di molte isole, alcune di esse, risultano ad oggi aree del tutto isolate, vere e proprie «terreins vagues». L’isola di Pellestrina – seppur abbia una vivace vita sociale – manifesta la difficoltà di collegarsi con la città. In particolare, tra gli anziani del luogo, si avverte la  preoccupazione «che la memoria delle tradizioni venga dimenticata, insieme ad un’identità legata alla pesca e alla scuola di ricamo a tombolo». Da questi presupposti nasce il progetto di organizzare un evento pubblico: la produzione del «merletto più lungo del mondo». Ogni abitante può contribuire realizzando un pezzo di tombolo della dimensioni che preferisce. L’obiettivo è creare – unendo tutti i pezzi – un unico merletto, che vada da un’estremità all’altra dell’isola.

Love Difference Tour -


Una barca con la vela LD ripercorre nel bacino del Mediterraneo alcune delle principali rotte dei flussi migratori. L’obiettivo è compiere un’indagine sul fenomeno delle migrazioni internazionali e le dinamiche sociali ad esso collegate. La barca a vela – facendo scalo in alcune città costiere – porta i cittadini interessati in mare per raccogliere interviste e opinioni al fine di arricchire ulteriormente l’indagine.  Le soste nei porti permettono all’equipaggio «di scambiare e raccogliere oggetti che rappresentano la cultura di un luogo, registrando inoltre immagini e suoni».
La finalità di Love Difference Tour è quella di «ideare – in collaborazione con i contatti locali – nuovi progetti artistici, campagne di informazione e sensibilizzazione, eventi culturali». Le testimonianze e i materiali raccolti durante il tour verranno presentati in una serie di mostre ed eventi per raccontare i fenomeni migratori in Europa.


Balcony Tale - Installazione
Vered Dror (Israele) Victor Andrès Mu_oz Martinez (Colombia)


«Nel quartiere di San Salvario a Torino la vita si svolge spesso sui balconi: oggetti ammassati, bucato steso, l’ingresso delle abitazioni spesso è sul balcone comune. Il privato diventa pubblico, luogo di passaggio, diventa luogo di socialità. Il balcone diventa una parte importante della casa, pur restandone all’esterno; uno spazio privato dentro allo spazio pubblico; un racconta-storie-dello-spazio-pubblico-e-privato; disordinato, rivelatore, vivo; privo della pesantezza della casa, con il suo mobilio, è qualcosa di innocente. Il balcone rappresenta la situazione dell’umanità tutta e in particolare degli immigrati. Il progetto connette tra loro i balconi, attraverso fili per stendere il bucato, al fine di stimolare azioni di scambio tra gi abitanti del quartiere. Lo scambio rappresenta una metafora per chi ha cambiato la propria vita, i luoghi e gli ambienti, trasferendosi in un posto e in una casa completamente nuovi». Gli artisti Dror e Martinez sono residenti all’UNIDEE 2006.

 

1.4 Prestigiose collaborazioni

Nel corso degli anni – dal 2002 ad oggi – il movimento LD ha instaurato alcune significative collaborazioni e partenariati con soggetti di prestigio internazionale. Dalle ONG alle multinazionali. Un segno questo, che evidenzia come il network sia riuscito a rendere incisivo, funzionale e accattivante il messaggio “Love Difference”.
L’Associazione Arte Continua, Emergency, Furla, Illycaffè, Slow Food sono le organizzazioni con cui ha lavorato – in ambiti davvero eterogenei – il movimento LD.
Esponiamo qui di seguito tali collaborazioni.


Associazione Arte Continua & Love Difference
Progetto “Arte x Vino = Acqua”


Arte Continia è un’associazione, fondata nel 1990, che opera sul territorio della Toscana e in Europa. All’interno del progetto “Arte all’Arte. Arte Architettura Paesaggio” si inserisce l’iniziativa “Arte x Vino = Acqua”, a cui partecipa il movimento LD. Si tratta di un progetto che si collega alla campagna organizzata dall’ONU nel 2003, l’anno dell’acqua.
L’obiettivo di “Arte x Vino = Acqua” è la costruzione di alcuni impianti idrici d’acqua potabile. Le zone di intervento sono: Brasile, India, Israele e Palestina, Senegal. Il lavoro sull’area di Israele e Palestina prevede l’intervento di LD. L’idea proposta è quella di selezionare due curatori d’arte (un palestinese e un israeliano) che a loro volta individuino sei artisti (4 già noti e 2 emergenti) che lavorino alla realizzazione di opere incentrate sul rapporto uomo-acqua.
“Arte x Vino = Acqua” consiste nella «vendita di 300 casse contenenti sei vini del senese, le cui etichette sono state realizzate da altrettanti artisti selezionati dal Direttore della Tate Modern di Londra». La campagna di solidarietà è stata presentata in varie città: Siena, Roma, Bologna, Prato e all’estero a Londra, Parigi, Bruxelles. La vendita delle case – al prezzo simbolico di € 3000 – è accompagnata dai portfolii a tiratura limitata contenenti sei stampe d’artista numerate e autografate. La confezione è completata dai poster delle etichette (66x88 cm) anch’essi autografati e numerati. Curatori, artisti e produttori hanno donato la realizzazione e la partecipazione al progetto.


Emergency & Love Difference
Progetto “Una vela per la pace, una vela per Emergency”.


Il progetto ha coinvolto il settore della vela agonistica per promuovere la cultura della pace e sostenere l’associazione di Gino Strada, Emergency. Il movimento LD ed Emergency hanno preso parte nel 2005, con il minitransat alla regata “Barcalona”, una regata d’altura su lungo percorso. «All’attività sportiva in mare si è affiancata nei porti di partenza e arrivo delle regate, quella di sensibilizzazione ai temi della pace, che vede coinvolti i gruppi territoriali di Emergency». L’8 ottobre 2005, a Trieste, si è svolto un incontro pubblico a cui hanno partecipato lo skipper Giovanni Soldini, Gino Strada e Michelangelo Pistoletto.  «Un chirurgo, un velista, un artista si confrontano sul loro comune impegno a costruire e promuovere una cultura di pace e di diritti. Una cultura dove ciascuno, secondo le proprie competenze, si opponga con fermezza a quel crimine che è la guerra, convinti che “nessun fine può renderla un mezzo lecito, compatibile con l’idea di umanità».


Furla & Love Difference
Progetto “Furla for Love Difference”


L’Ufficio Produzione di Cittadellarte ha come obiettivo l’ideazione e la realizzazione di prodotti innovativi, sia per il design sia – e soprattutto – per il messaggio veicolato dal prodotto. Per raggiungere questo scopo, il movimento LD collabora da anni con imprese e associazioni per promuovere, attraverso la creazione di prodotti legati a Cittadellarte, i valori di trasformazione sociale e di “amore per le differenze”. La borsa LD – realizzata nel 2005 e presentata alla 51° Biennale d’Arte di Venezia – inaugura la collaborazione tra il movimento artistico e l’azienda Furla. La scritta – autografata da Michelangelo Pistoletto – riproduce il messaggio del network. La scelta dei colori, il bianco e il nero, ha lo scopo di «esaltare l’armonia delle differenze». Il progetto – riferisce il presidente dell’azienda Giovanna Furlanetto – «nasce da un incontro con Pistoletto e dalla volontà di Furla di aiutare a diffondere in maniera concreta e attiva questo
bellissimo messaggio: Love Difference». Parte degli utili ricavati dalle vendite delle borse sono devoluti a sostegno dei progetti interculturali realizzati dal movimento LD.


Illycaffè & Love Difference
Progetto “Illycollection – Love Difference”


La collaborazione tra l’azienda Illycaffè e Cittadellarte è cominciata già nel 2000 all’interno del programma UNIDEE. Obiettivo del partenariato è l’ideazione di progetti focalizzati sulla relazione tra ricerca artistica e produzione industriale. Ogni anno i giovani artisti residenti UNIDEE sono invitati a sviluppare progetti creativi per la collezione di tazzine Illy. La finalità generale è «sottolineare la possibilità di convergenza tra contenuti di importanza sociale e prodotti di design, evidenziando il motto dell’Ufficio Produzione di Cittadellarte che ogni prodotto assume responsabilità sociale». Illy e LD condividono alcuni importanti presupposti: la promozione di giovani artisti, la ricerca di partner con cui cooperare, la differenza interpretata come valore, il rispetto delle tradizioni locali (presente in più di cento paesi, il successo di Illy è anche frutto dell’attenzione dell’azienda per le differenti culture).
Nel 2004 è stata creata da Michelangelo Pistoletto la tazzina LD, che ripropone sulla sua superficie la forma del mediterraneo. L’opera è stata presentata all’Armory Show, la più prestigiosa fiera d’arte contemporanea americana.


Slow Food & Love Difference
Progetto “Arte e gastronomia”


Approfondire il rapporto che lega l’arte e la cucina; scoprire attraverso le tradizione culinarie e le differenze culturali. Queste sono state le principali tematiche discusse in occasione della cena-evento organizzata da LD in collaborazione con Slow Food. L’iniziativa ha anche avuto lo scopo di sostenere i progetti interculturali promossi dal movimento. Giacomo Mojoli – responsabile di Slow Food – ha analizzato i concetti di identità e differenza: «sono concetti chiave storica che stiamo vivendo e stanno alla base del movimento Slow Food. Valorizzare un territorio, riscoprendone l’identità, riveste una fondamentale importanza solo se questa ricerca porta ad aprirsi verso l’esterno e le tradizioni altre. La valorizzazione della differenza – conclude Mojoli – passa inevitabilmente anche attraverso la gastronomia: l’apertura verso le altre tradizioni culinarie produce grande ricchezza visto che consente di interpretarle e tradurle all’interno della propria cucina, del proprio linguaggio».

1.5 Il network e i finanziamenti

Il movimento LD è stato costituito nel 2002 grazie all’apporto e alla collaborazione dei seguenti soggetti:

  • Associazione DIAFA di Intermediazione Culturale, Torino
  • Fondazione Querini Stampalia, Venezia
  • Andrea Ciurciana, Avvocato
  • Giuliano Della Pergola, Docente di Sociologia Urbana – Facoltà di Architettura, Politecnico di Milano
  • Pierre Guillet De Monthoux, Direttore dell’European Center for Art and Management, Università di Stoccolma
  • Enver Hadziomerspahic, Direttore del Progetto Ars Aevi, Sarajevo
  • Karl-Erik Norrman, Presidente del Parlamento Culturale Europeo, Bruxelles
  • Armona Pistoletto, artista
  • Michelangelo Pistoletto, artista
  • Dagmar Reichert, Docente di Geografia Umana – Università di Kassel e di Teoria della Cultura – Università d’Arte di Zurigo
  • Walter Santagata, Docente di Politica Economica e di Economia dei Beni Culturali – Università di Torino

 

I finanziamenti che permettono al movimento LD l’attuazione delle proprie iniziative e progettazioni sono erogati da:

  • Le quote sociali annuali dei soci LD
  • Le attività e le iniziative realizzata da LD (workshop di attivazione, laboratori)
  • La Fondazione Cittadellarte attraverso le opere realizzate con il nome “Love Difference” da Michelangelo Pistoletto e altri artisti meno noti
  • Le collaborazioni con le aziende (Illycaffè, Furla, etc)
  • L’organizzazione di eventi, presentazioni, mostre 
  • La partecipazione a bandi e concorsi con finanziamenti a fondo perduto (nel 2005 il movimento LD riceve l’ Evens Foundation Prize per il dialogo interculturale)
  • Le royalties sui progetti degli artisti promossi da LD

Authors, Financing and networks

  

2 Spunti di riflessione